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SECONDO 231 appresso fu rimandato al suo collegio, e il vicelegato ne formò poi tal concetto che , fatto cardinale, seco il condusse a Roma nel 1645 e presentollo al pontefice. Fece un’altra volta il viaggio di Roma nel 1647 > chiamatovi dal generale, e due anni vi si trattenne. Tornato a Lion, fu di nuovo inviato a Roma per la Congregazion generale nel 1651. Questo fu f ultimo viaggio del Rainaudo, che restituitosi a Lione, ivi finì di vivere a’ 31 ottobre del 1663, e intorno alla morte di esso si possono vedere presso il P. Niceron convinti di falsità e d’impostura alcuni racconti che da taluni ne furono sparsi. Ei fu uomo, come le opere stesse ci mostrano , d’ingegno fervido e insofferente di lima non men che di giogo. La sua libertà di parlare e di scrivere gli fece aver de’ disgusti anche fra le domestiche mura. Ciò non ostante ei fu sempre attaccatissimo alla sua Religione, e benchè da alcuni sollecitato ad uscirne, rigettò sempre sdegnosamente il loro consiglio. Era egli infatti uomo d’illibata pietà, di severi costumi e di ardente zelo*, del che diede pruova fra le altre cose nell’esporsi al servigio degli appestati. Quindi, se in alcune opere di esso trovasi una mordacità e un’asprezza che ad un uom dotto e molto più ad un religioso sembra mal convenire, si può credere eli’ egli si persuadesse di dovere scrivere in quello stile e non altrimente, e che fosse quello f unico mezzo a ottenere il fine che colle sue opere egli si prefiggeva. Ma come potrò io dare in breve l’idea di tutte questo opere? Novanta! ré