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a3o LIBRO Occupossi per molti anni ne’ ministeri proprii della sua religione in diverse città della Francia e della Savoia, e salì presso tutti in sì alta stima , che essendo venuto a vacare nel 1637 il vescovado di Ginevra, i principali membri del Senato di Chambery pensarono a sollevare a quella dignità il Rainaudo, il quale però fermamente vi si oppose. Il soggiorno che nel 1639 ei fece in Chambery, gli diede occasione di contrarre amicizia col P. Pietro Monod gesuita, stato già in gran favore alla corte di Savoia , ma allora prigione nel castello di Montmellian non molto lungi da quella città per opera del Cardinal di Richelieu, e per le ragioni che si leggon nella Storia del detto cardinale, le quali a questo luogo non appartengono. Le corrispondenze che il Rainaudo prese a tener col Monod, e le doglianze eh1 ci fece del soverchio rigore con cui questi era trattato, punser l’animo del cardinale sdegnato già col Rainaudo, perchè da lui pregato a rispondere a un libro in cui biasima vasi la lega del re di Francia co’ Protestanti , se n’era sottratto. Ei fece dunque in modo che fosse arrestato e processato. Ma il processo ne scoprì l’innocenza, ed ei riebbe la libertà. Sperò egli di vivere più tranquillo in Avignone, ove a tal fine recossi. Ma i suoi nimici si adoperaron per modo, che il Cardinal Antonio Barberini legato d’Avignone ordinò al vicelegato Federigo Sforza di farlo chiudere in prigione. Fu dunque il Rainaudo arrestato in Carpentras, ove allor ritrovavasi, e dopo quindici giorni, condotto ad Avignone, fu chiuso in una camera del palazzo papale. Sei mesi