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■ 7° LIBRO genere, stampata la prima volta in Milano [ nel 1612. nella quale assai eruditamente ra-l giona deirEpistoIe Formate, delle Pasquali, delle Encicliche, delle Pacifiche, e di ogni altro genere di lettere usate già da’ vescovi e dal clero de’ primi secoli. Anche l’antichità profana fu da lui illustrata nella bella sua opera De Veterum acclamationibus et plausu, pubblicata in Milano nel 1627. E più altre aveane egli apparecchiate, che poi rimasero inedite, e che si annoverano dall’Argelati (lì ibi Script mediol. t. 1, pars 2 , p. 602 , ec.). La fama in cui egli era d’uomo dottissimo, il fece chiamare a Padova , ove circa il 1638 fu rettore del nuovo collegio de’ nobili ivi fondato (*). Ma due anni appresso non reggendo la sua sanità a quel peso, come narra l’Argelati, o forse ancora pel decadimento di quel collegio che nel 1642 si disciolse (Facciol. Fasti Gjrmn. pat. pars 3, p. 46), fece ritorno a Milano, ove ebbe la prefettura della biblioteca Ambrosiana, c continuò a occuparsi ne’ consueli suoi studi fino al 1669, nel quale anno in età di 93 anni (se non è corso qualche errore nelle epoche (*) li Ferrari non fu il primo rettore del collegio, ossia delf Accademia de’ nobili fondata in Padova, ma Baldassarre Bonifacio trivigiano, uomo dottissimo, arcidiacono e vicario generale di Trevigi, di chi si posson vedere copiose notizie presso il co. Mazzucchelli (Scritt. ital. t. 2, par. 3, p. i6;3). Ei fu nominato a quell’impiego nel 1636, e rinunciollo poscia nel 1638 al Ferrari, il qual pure due anni dopo avendol dimesso, fu ad esso trascelto Toldo Costantini, che ne fu f ultimo rettore, essendo esso stato diiuso lui itij2-