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T SECONDO | (m) più altro rolte dati alla luce anche in Parigi e in Utrecht. Piena di curiose e di erudite ricerche è quest’opera, in cui tutto ciò che appartiene all* uso e alla maniera di predicare , secondo i diversi tempi e le diverse nazioni, si esamina con somma esattezza; ed essa fa ben conoscere quanto fosse il Ferrari versato nella lettura dei SS. Padri greci e latini, nelle Storia ecclesiastica , e in ogni genere di sacra e profana erudizione. Il Dupin, che ce ne ha dato un lungo estratto (ib. p. 102, ec.), racconta che il Cardinal Borromeo veggendo che il Ferrari assai meglio di lui avea trattato questo argomento, cercò in ogni maniera di sopprimerne l’opera, sicchè non ne venisse danno alla sua. Io non so onde abbia tratto il Dupin questa notizia. À n:e il fatto sembra troppo lontano dal verisimile. Perciocchè non parmi che quel gran cardinale potesse sentire e operare sì bassamente. Oltre di che, s’egli avesse voluto sopprimer l’opera del Ferrari, uomo , coni’ egli eia, di tanta autorità in Milano , avrebbe potuto impedire eli’ essa ivi non si stampasse) e noi veggiamo che non una sola, ma due volte fu essa, vivente il cardinale, in quella città medesima data alla luce. Innoltre il cardinale fu così poco sollecito della gloria di quel suo libro, eli’ egli non cercò mai di renderlo pubblico, e non fu stampato che un anno, dappoichè egli era morto. Come dunque potè esser geloso della gloria che al Ferrari veniva per questa opera? Un’altra non men pregevole ne abbiamo di questo stesso scrittore, cioè quella De antiquo Epistolarum Ecclesiasticarum