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PRIMO i/fi prima all’isola di Sicilia, innoltrossi poscia nell’Oriente, e vide Cipro, Candia, Costantinopoli , r Egitto e P Asia Minore, e ne tornò a Milano nel 1630 in età di 30 anni. Oltre la lingua italiana e latina, possedeva perfettamente la francese e la spagnuola, ed era ancora versato nell’inglese, nella greca e nelf armena. Nella filosofia e nella matematica non solo era profondamente istruito, secondo que’ tempi, ma era egli stesso ingegnosissimo fabbricator di strumenti a quelle scienze opportuni; e celebri ne erano singolarmente i microscopii e gli specchi ustorii. La chimica ancora e la musica furon da lui coltivate j e di esse vedeansi nel museo da lui formato diverse ingegnose macchine, e varii nuovi strumenti di sua invenzione. A queste aggiugnevansi più altri ammirabili ordini appartenenti alla meccanica, alla statica, all’idrostatica e ad altri rami della fisica generale, per la più parte da lui ideati, e da lui medesimo fabbricati. Nè vi mancavan medaglie ed altri monumenti antichi, e le cose più rare che in ogni parte del mondo produconsi dalla natura, che rendevano questo museo oggetto di maraviglia a chiunque lo osservava. Paolo Maria Terzano ne fece la descrizione in latino, che fu stampata in Tortona nel 1664. Egli era stato dal Cardinal Federigo Borromeo, che sommamente lo amava, onoralo di un canonicato nella basilica di S. Nuz/.aro, e il Settala grato al suo benefattore, venendo a morte nel 1680, ordinò che il suo museo fosse trasportato alla biblioteca Ambrosiana. Ma a ciò si opposer gli eredi: la donazione