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l4° LIBRO > t M a rivolgere a più necessarii usi il denaro. Assai più cose avrei io potuto qui aggiugnere intorno a questa biblioteca e all’immortal fondatore di essa. Ma ciò che ne hanno già detto il Bosca ne’ cinque libri De Origine et Statu Bibliothecae ambrosianae, il Rivola nella Vita già accennata del Cardinal Federigo, il Sassi (De Studis mediol, c. 12) e più altri scrittori, mi rende lecito il parlarne più in breve, per non ripeter le cose da cento altri già dette. XIX. Non fu la sola biblioteca Ambrosiana che occupò in Milano i due dotti Mauri ili. Amendue videro il museo del co. Mezzabarba, di cui altrove diremo (Mabill. Iter italic. p. 18; Montf. Diar. italic. p. 20), e il Montfaucon ricorda innoltre quello di Giammaria Bidelli assai copioso di rare e scelte medaglie, e di cui egli fece poi dono al collegio de’ PP. della Compagnia di Gesù in Milano. Amendue ancora parlan con lode di quello già raccolto da Manfredo Settala (Mabill. ib.), che a’ tempi del Mabillon era presso il canonico Settala di lui nipote. Manfredo Settala fu uno de’ più rari uomini di questo secolo, ma poco noto, perchè ni un’opera se n’ha alla luce (Mabill. p. 14; Montf. p. 21). Fu egli figlio di quel Lodovico di cui abbiam parlato tra’ medici del secolo sedicesimo, dal quale mandato alle università di Pavia, di Siena e di Pisa, tal saggio vi diede di acuto ingegno e di instancabile applicazione, che si rendette assai caro al gran duca Ferdinando II. Il desiderio di conoscere la natura, e di osservare le cose più rare del mondo tutto, gli fece intraprendere lunghi viaggi. Trasferitosi