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l36 LIBRO <la lui date alla luce, e di quelle che sono rimaste inedite (lì ibi. Script, mediol. t. 1, pars a, P■ *97> ec*)j e tale ne è il numero e sì grande la varietà degli argomenti, che sembra impossibile che un uomo occupato nel reggimento di una sì vasta diocesi, ed esattissimo nell’adempimento de’ suoi doveri, potesse scriver cotanto. Alcune sono pregevoli assai, come quella De absoluta Collegii Ambrosiani in litteris insti tutione, quella De dclectu in gonion un, quella De Sacris nostrorum temporum Oratoribus, quella De Episcopo concionante, e quella intitolata Meditamenta Litteraria; e sarebbe a bramare che le opere di questo gran cardinale non fosser, come sono comunemente, rarissime, per lo scarso numero di copie ch’ei ne fece stampare. Non vuolsi però dissimulare la critica che il Cardinal Bentivoglio ne fece, benchè egli pure esalti con somme lodi il sapere, l’erudizione, il zelo e tutte le altre virtù del Cardinal Federigo: Nella latina e nella toscana (lingua), dice egli (Meni. I. i, c. 6), si videro poi col tempo varie sue composizioni in grossi volumi, i quali però non hanno avuto nè gran corso nè grande applauso, essendosi dubitato che ne’ latini non siano meschiate le fatiche degli altri quasi più che le sue, e giudicandosi i Toscani pieni appunto di toscanismi affettati, con eccesso di parole antiche e recondite, e con povertà di concetti fiammeggianti e vivaci. Ma più che colle sue opere ei giovò agli studi colla fondazione della biblioteca Ambrosiana. Il sol vederla qual ella è, o se ne consideri la maestà del vasto edificio, o la moltitudine de*