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I2(> LIBRO statua veniva a cadere. lasciavasi prostesa in terra , senza rialzarla. XIV. Con qual regia magnificenza avessero « i duchi di Savoia Emanuel Filiberto e Carlo Emanuele I innalzata la loro biblioteca, che era insieme galleria eli antichità e museo di cose naturali, si è da noi veduto nel tomo precedente, e si è di nuovo accennato nel secondo capo di questo libro. Quel grande e maraviglioso edificio fu gii tato a terra nella nuova e grandiosa fabbrica che il duca Carlo Emanuele II prese a innalzare del suo palazzo. In esso ebbe la biblioteca il suo luogo, ma pochi anni prima che il P. Mabillon si recasse a Torino, e fosse introdotto a vederla, un incendio aveane guasti non pochi codici; ed ei perciò ritrovolli ammucchiati gli uni sopra gli altri insiem co’ libri stampati (l. cit. p. 7) * e nel medesimo stato trovolli pure il P. Montfaucon, quando nel 1701 passò per (quella città (l. cit. p. 44^)* J*l,c private librerie innoltre in Torino io trovo nominate in una lettera da Donato Rossetti di colà scritta nel 1674? quella del marchese di S. Damiano copiosa di forse seimila libri, e quella meno copiosa del marchese Parella (Lett. ine.d. d Uorn. ili. Fir. 1775, t 2 , p. 249). Di Genova parver quei monaci poco soddisfatti; perciocchè il P. Mabillon dice che nulla quasi vi ha di codici antichi, trattine alcuni non molto pregevoli che Filippo Sauli, da noi nominato nella Storia del secolo precedente , avea lasciati in dono a quello spedale (l. cit. p. 224) 5 e il P. Montfaucon appena vi si trattenne, considerandola come città poco a’ suoi studi opportuna