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PRIWO 131 a’ tempi del Montfaucon era già scemato di molto: del secondo questi ci dà una esatta descrizione , dalla quale raccogliesi ch’esso era copiosissimo di monumenti antichi d’ogni maniera; ci dà anche un saggio de’ pregevoli codici che ne ornavano la libreria, e loda molto la gentilezza e l’erudizione di chi n’era allora padrone , cioè del cavaliere Antonio Cappello. Nella libreria del proccurator Giulio Giustiniani egli afferma (p. 69, 433) di aver trovato più codici greci che in tutte le altre biblioteche venete, trattane quella di S. Marco, e di avervi ancora vedute molte antiche medaglie. De’ codici parimente e delle antichità d’ogni genere raccolte dal celebre Bernardo Trevisano ragiona a lungo lo stesso dottissimo monaco, il quale ancora ricorda i moltissimi codici appartenenti alla Storia veneta, raccolti in casa Cornaro Piscopia; e parla ancora de’ codici greci che ivi in sua casa avea Melezio Tipaldi arcivescovo greco di Filadelfia (p. 4f>)• Alcuni altri musei veneti si nominano dallo Spon (Voyages, t. 1, p. 74)? 6 quelli singolarmente di Giorgio Barbaro e di Pietro Garzoni, ai quali molti altri se ne possono aggiungere accennati dal ch. Foscarini (Letterat. venez. p. 388) , a mostrare qual fosse in ciò la regale magnificenza de’ patrizii veneti. E tre fra questi musei, cioè il Mocenigo, il Tiepolo erede dell’Erizzo e il Pisani sono ora in certo modo renduti pubblici per le descrizioni che ne sono state date alla luce, nelle quali il lusso dell’edizione corrisponde alle grandi idee de’ loro raccoglitori.