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X. Altre Miolrttia Fircnec. 1 l8 LIBRO occupalo in dar lumi ad altri, e nel vastissimo carteggio che avea in tutta l’Europa, non avesse agio a scrivere opera alcuna, o perchè ei fosse uno di quegli che son più felici nel raccogliere le notizie disperse, clic nell1 ordinare c stendere le raccolte. Pubblicò alcune opere di scrittori de’ bassi tempi, come l’Hodaeporicon di Ambrogio Camaldolese, il Dialogo di Benedetto Accolti il vecchio De praestantia viro rum sui aevi, che trasmise a tal fine al P. abate Bacchini, e più altri libri. Ma di cose da lui composte , trattene diverse lettere inserite nelle Prose fiorentine (par. 4> t 1? 2), in quelle a monsig. Fontanini, e in qualche altra raccolta, non abbiamo altro che un succinto catalogo de’ codici arabici, turcheschi, persiani ed ebraici della Laurenziana, pubblicato dallo Schelornio (Amoenit litter. t. 3). Ma se egli non giovò al pubblico colle sue opere , ei fu nondimeno benemerito delle lettere colf ordinari? che la sua biblioteca rimanesse aperta a pubblico vantaggio, e colf assegnare un’annua rendita per mantenerla ed accrescerla. X. Così per mezzo del Magliabecchi ebbe Firenze un’altra insigne biblioteca. E più altre aveane già essa, altre pubbliche, altre private; perciocchè oltre la Riccardiana, di cui si è fatta menzione nella Storia del secolo precedente , il P. Mabillon ricorda come degne di molta lode (Iter italic. p. 160) quelle di Santa Maria Novella de’ Domenicani, della Nunciata de’ Servi di Maria, di Santa Croce de’ Minori Conventuali (i codici della quale furono poi trasportati nella Laurenziana), della Badia fiorentina