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PRIMO | i5 scritto in latino che conteneva la Vita del Magli libecci li e del Cinelli di lui amico, in cui di amendue facevasi un troppo reo e svantaggioso carattere. Di questa satira fu creduto autore un cotal Bertolini da Barba (V. Mazzucch. Scritt ital. t 2, par. 2, p. 1066), benchè alcuni f attribuissero , ma senza ragione, al dottor. Giannandrea Moneglia. La filosofia del Magliabecchi fu alquanto commossa a tal colpo; ed egli adoperossi di andarne al riparo col raccogliere moltissime testimonianze a sè onorevoli di molti uomini illustri, cento delle quali dice il dott. Giovanni Targioni di avere presso di sè raccolte in un tomo, e che da esse si scorge (fin dove possa giungere l’adulazione; tanto son esse piene di strabocchevoli elogi, fino ad asserire che il Magliabecchi era un angiolo dal ciel disceso, e quasi un altro Messia (Fpist. ri. Ve net. ad Magliab. t. 1, p. 201). Più altri somiglianti disgusti egli ebbe; e fu più volte in procinto di abbandonare Firenze (ib. p. 290, 291; t. 1, p. 144). Ma le istanze degli amici il trattennero; ed egli ebbe motivo di consolarsi negli onori che di continuo gli venivan renduti e da’ dotti e da’ principi. I gran duchi e gli altri della famiglia de’ Medici lo ebbero sempre caro; nè punto si ributtarono per l’indole del Magliabecchi incapace di soggettarsi alla servitù della corte. Giangastone, mentre era solo gran principe, godeva spesso di sorprenderlo alla mattina nella biblioteca Palatina, e di trattenersi con lui in eruditi ragionamenti. Molti principi stranieri lo onorarono distintamente, altri col volerne il ritratto, altri colf inviargli