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PRIMO I l3 si è detto, formata nel suo palazzo, lo onorò col titolo di suo bibliotecario , e volle che gli fosse aperto l1 adito anche alla Laurenziana, sicchè potesse copiar da que’ codici qualunque cosa più gli piacesse. La sua casa e la biblioteca Palatina furono l’ordinario soggiorno del Maglia becchi, che appena mai uscì di Firenze, e il più lungo viaggio che fece, fu quel di Prato, ove recossi una volta col P. Noris poi cardinale per vedere un codice ms. Così egli visse fino a’ 27 di giugno del 1714 nel qual giorno con segni di cristiana pietà, dopo una lunga malattia, finì di vivere. Ma non così brevemente possiamo spedirci nel descrivere il carattere e il talento di quest’uom singolare. Uomo deforme di aspetto, incolto della persona, qual fu graziosamente descritto da Antonio Morosini in suo capitolo (Lettere a monsig. Fontan. p. 284), nimico di tutto ciò che sapesse di delicatezza e di passatempo, pareva il più vivo ritratto che mai si fosse veduto di un austero Cinico. Volle sempre esser solo, senza aver pur un servo di cui valersi al bisogno; e solo dopo grave malattia sofferta nell’anno 1708, importunato dagli amici, s’indusse a prenderlo, a patto però, che dopo il tramontar del sole se ne andasse, e il lasciasse solo colla sua lucerna e co’ suoi libri. Passava tutta la notte studiando, sinchè, oppresso dal sonno, su quella sedia medesima su cui studiava, addormenta vasi alquanto. Appena mai avveniva ch’ei si spogliasse per andarsene a letto; e nel più rigido verno soltanto soleva egli gittarsi così vestito sul letto medesimo, involto nel suo mantello, il qual di Tiraboschi , Voi. XIV. 8