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pnmo ioi visitare questa biblioteca, osservò che i codici quasi tutti eran segnati di osservazioni di mano dello stesso pontefice, e che vi erano innoltre molti autentici monumenti da lui stesso ordinati e disposti (Iter italic. p. 92). Fra’ libri stampati vide singolarmente una copia della Poliglotta di Parigi, che alcuni stampatori olandesi venuti a Roma nel 1666, cambiatone il frontespizio e la dedica , offerirono ad Alessandro , come loro fatica a lui dedicata j ma la loro frode fu presto scoperta. Il gradimento con cui questo pontefice accoglieva i codici che gli venivan donati, faceva che chiunque era bramoso di ottener qualche grazia, da lui ne andava con cotai doni: Ora, scriveva nel 1665 Ottavio Falconieri al Magalotti, (Lettere d’Uom. ill. t. 1, p. 1 23) che il genio del papa è fatto pubblico, tutti i prelati fanno alle pugna qua per buscar manoscritti, oltre il segretario del Signor. D. Mario (Chigi), il quale si fa adito col papa per mezzo di questo, e sa far valere anche in questo il vantaggio della carica che ha. Anche il P. Montfaucon loda molto questa biblioteca. non solo pei codici mss. , ma anche pe’" libri stampati, nel numero dei quali afferma che a poche essa cede (Diar. Ital. p. 237). Il Cardinal Paluzzo Altieri, nipote di Clemente X, formò egli pure una magnifica biblioteca che ci vien descritta dal Mabillon (l. cit. p. 54)• F,i rammenta ancora quella del Cardinal Panfili, che già era stala <f Innocenzo X, predecessor d’Alessandro VIII (ib. p. 78). Celebre fu ancora la biblioteca del Cardinal Ottobuoni nipote di Alessandro VIII. la quale e nella sceltezza