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il Zeno e il Metastasio. Anche in Francia, com’egli stesso riflette, recandone la testimonianza di Carlo Dati e di Lorenzo Panciatichi, era la nostra lingua amata per modo che non era dama o cavalier d’alto affare che l’idioma italiano non intendesse e non parlasse, ei’i nostri scrittori non ricercasse e non leggesse. Così mentre la nostra lingua in alcune provincie d’Italia giacevasi trascurata, e da un vizioso stile riceveva danno eo’oltraggio, avea nella stima degli stranieri un troppo onorevol compenso. „

Capo IV.

Biblioteche e Musei di antichità e di storia naturale.

I. Più lieto e più copioso argomento di ragionare or ci si offre. L’entusiasmo de’ principi e de’ grandi italiani nel raccogliere libri e nel formare magnifiche biblioteche, di cui abbiam vedute sì belle pruove nel secolo precedente, non venne meno, nè illanguidì in quello di cui scriviamo. La maggior parte delle biblioteche che già esistevano, si conservarono, e vennero ancora successivamente aumentandosi; e alle antiche, molte nuove se ne aggiunsero pubbliche e private. Nell1 andare in traccia de’ monumenti dell1 antichità più rimota non fu questo secolo punto inferiore al xvi. Anzi quanto più gli eruditi innoltraronsi in tale studio, tanto più crebbe in essi la brama di raccogliere quei tesori che formavano il più dolce soggetto delle