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TFllzn 2f>.>0 tista Gabio, Ferdinando Balanio siciliano, Faj,io Segni fiorentino, di cui più ampie notizie potranno somministrare a chi le desideri i Fasti dell’Accademia fiorentina (p. 92); Pietro Alvaro romano e Lelio Carani, oltre alcuni altri stranieri che a questa Storia non appartengono. Fra tutti questi poeti due soli ne trascelgo io a dirne alquanto più stesamente, perche mi sembran tra essi più degni di distinta memoria, cioè il Faerno e il Volpi. Il Faerno, di cui sono sconosciuti i primi anni e i primi impieghi (a), dovette la sua fortuna al santo Cardinal Carlo Borromeo e al pontefice Pio IV di lui zio, il quale essendo ancor cardinale, sel prese in corte, e l’ amò sempre, e il protesse costantemente. E n’ era egli veramente degnissimo; perciocchè tutti gli scrittori di quei tempi, le testimonianze de quali si posson veder raccolte innanzi alle Favole di questo poeta nelle edizioni Comi ninne, ne esaltano concordemente non sol l'ingegno e il sapere, ma ancora la probità singolare e l’innocenza de’ costumi (). A maggior grado di (a) Il P. abate Casati ha pubblicata una lettera «lei Faerno a Francesco Sfondrati senator di Milano, la qual ci mostra che nel t538 egli era in Barcellona al servigio del co. Ermes Stampa, ina virino a far con lui ritorno in Italia ((irereii E/n st. t. 1, p. 53). (*) I.e notizie che il padre M. Vairam dell’Ordine de’ Predicatori ci ha recentemente date della vita del Faerno (Cremon. Mon. t. 2, p. 63, ec.), ci mostrano che prima di entrare al servigio del Cardinal Medici per opera dei’ cardinali Francesco Sfondrati e Marcello Cervini, egli ebbe l’impiego di correttore e di revisore de libri nella biblioteca Vaticana. Ed (egli ha ancora prodotte