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2o3o libro profani studj, tutto si applicasse a’sacri. Magnifico è l’elogio che il Giraldi soggiugne di Giovanni Cotta veronese, e per quanto sia magnifico, esso non è punto esaggerato: Joannem Cottam juvenem adolescens vidi multi ingenii ac judicii ultra quam eatas sua ferebat Nam humili loco natus in varias Italiae partes peregre profectus, tandem Liviano Venetorum Imperatori adhaesit, sed capro Liviano a Gallis, illius mandato ad Julium Pont, profectus morbo interiit. Hic ergo in cursu juvenis cecidit. Ejus complures versiculos aliquando legi, quos et legisse juvat, idemque, ut vos faciatis identidem, moneo. Videbitis miram juvenis indolem, cui si fata longiorem vitam concessissent, inter bonarum litterarum proceres haud immerito Cotta connumeraretur (ib.). Somigliante elogio ne fanno il Valeriano (De Infelic. Liter. l. 1, p. 36), il quale aggiugne che non solo nella poesia, ma ancora nelle matematiche faceva il Cotta felici progressi, e il Giovio (Elog. p. 3 j), il qual dice ch egli avea tenuta per qualche tempo scuola in Lodi, e che morì in età di soli ventotto anni; e rammenta alcune opere da lui composte, e infelicemente perite. Di lui ragiona ancora il marchese Ma (Tei (Ver. illustr. par. 2, p. 401), che giustamente riflette che niun altro poeta con sì poche poesie giunse ad ottener sì gran fama. E veramente quelle del Cotta, che dopo altre edizioni furono aggiunte alla bella edizion Cominiana delle Opere del Fracastoro, son tali, che quanto maggiore è il piacere che si sente leggendole, tanto maggiore è il dolore che si