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TERZO 24*2 1 carta bianchi , e gli riuscì in modo anche questa , che condusse una carta, dove Enea porta addosso zinchi se, mentre che arde Troja. Questo valoroso artefice era figlio di Astolfo da Panico conte Palatino e notaio, la cui famiglia da Parma era passata a Carpi circa la metà del secolo xv, e molti bei monumenti intorno ad essa mi ha trasmessi il ch. sig. avvocato Eustachio Cabassi da me più volte lodato; e quello fra gli altri, da cui ricavasi ch’egli era figlio del detto Astolfo, clic è una privata scrittura da Ugo fatta per dipingere in Carpi i fregi di una casa, nella quale egli si sottoscrive Fiolo del Conte Astolfo de Panicho. Altre opere di pittura fatte da Ugo rammenta il Vasari, e quella tra le altre di S. Veronica , la qual vedesi nella basilica Vaticana da lui dipinta ad olio senza adoperare pennello , ma con le dita, e parte con suoi altri istromenti capricciosi; la qual pittura però parve tale al Vasari, eli1 ei disse a Michelangelo, che meglio sarebbe stato che invece delle dita avesse adoperato il pennello, e dipinta avesse di miglior maniera. XXII. Io ben m’avveggo che questo capo sembrerà ad alcuni troppo superficiale e ristretto; e gli amatori delle belle arti avrebbono amato probabilmente ch’io mi fossi steso più a lungo nel ragionare di tanti artefici valorosi che ebbe in questo secol l’Italia. Ma a farlo in quel modo che da essi si sarebbe forse bramato, oltrechè sarebbe stato necessario ch’io fossi assai più versato, che veramente non sono, nella storia e nella teoria delle arti , avrei