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TERZO a4o5 basti. La stessa lode si dee alle opere di scultura da lui disegnate ed eseguite; e il Vasari osserva che è cosa meravigliosa a riflettere come Benvenuto, dopo essersi per più anni esercitato in piccioli e minuti lavori, riuscisse poi a sì gran perfezione anche nei grandi, alcuni de’ quali egli descrive. Nè il Cellini fu solo artefice, ma anche scrittore de’ precetti dell’arte, e ne abbiamo due Trattati, uno intorno alle otto principali arti dell’Oreficeria, e l’altro intorno all’arte della Scultura, stampati in Firenze nel i5(58, c poscia di nuovo con qualche giunta nel 1731 (V. Zeno, Note al Fontan. t. 2, p. 41 i), e assai pregiati dagl’intendenti delle belle arti. Di un codice ms. della medesima opera, assai diverso dalle dette edizioni, e perciò molto pregevole, ci ha data notizia il ch. signor D. Jacopo Morelli, e ne ha ancor pubblicato un frammento sopra l’Architettura, in cui ci dà molte notizie de’ più celebri professori di quest’arte che in quel secolo fiorirono (Codici mss. della Libr. Nani, p. 20, 155). XVII. Non men che la Francia, il Portogallo e la Spagna dovettero all’Italia i primi lumi che ivi si vider risplendere delle belle arti. Andrea Contucci dal Monte Sansavino, scultore e architetto illustre, già da noi mentovato, negli ultimi anni del secolo precedente era stato chiamato alla corte di Portogallo, ove avea disegnate più fabbriche, e principalmente un magnifico palazzo reale; e tornato poi in Italia nel 1500, tra noi ancora lasciò più pi nove del suo valore in Genova, in Roma, in Arezzo, e sopra tutto in Loreto, ove per ordine di Leon X