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2i{ 02 LIBRO di Francia nel i546 Francesco Salviati celebre piltor fiorentino, di cui pure, e delle opere da lui falle in Roma e in Firenze, parla a lungo il Vasari (t 6, p. 31). Ma dopo il soggiorno di venti mesi, uomo com’egli era d’indole difficile e risentita, parendogli di non essere nè lodato, nè premiato secondo il merito, tornò in Italia, e morì poscia in Roma nel i563. XVI. A questi pittori deesi aggiugnere un valoroso scultore che dal re Francesco I fu alla sua corte chiamato; benchè poco tempo vi si trattenesse. Ei fu f Giannangelo da Montorsoli, luogo tre miglia lontan da Firenze verso Bologna, che dopo aver provate le Religioni de’ Camaldolesi, de’ Francescani e de’ Gesuati, entrò finalmente nel 1530 in quella de’ Servi, di cui però ancora depose l’abito tra non molto. Alcuni lavori da lui fatti in Firenze e in Roma gli ottenner la fama di scultor valoroso; e perciò dal Cardinal di Tournon condotto in Francia, fu presentato al re Francesco, da cui presto gli fu assegnato un onesto stipendio, con ordine di lavorare quattro grandi statue. Ma mentre il re trovavasi assente, e avvolto in guerra cogl’inglesi, Giannangelo veggendo che da’ tesorieri non si eseguivano i reali comandi, e ch’ei non poteva toccare il pattuito denaro, determinossi ad andarsene; e benchè allora tutto gli si contasse ciò che gli era dovuto, seguì nondimeno la sua risoluzione, e venne in Italia. Delle opere da f Giannangelo fatte in molte città d’Italia, fra le quali son celebri principalmente la sepoltura del Sannazzaro in Napoli, e quella di Andrea Doria in Genova, e due fontane