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TERZO ^395 considerato V uso di questi tempi, è perciò da considerarsi, che il modo di oppugnare, e di espugnare di quel secolo, e la difficoltà del sito non ricercavano fabbrica maggiore. Converrebbe esaminare e confrontare tra loro le mura (di Urbino e quelle di Verona, e vedere quali di esse più si accostano alla moderna fortificazione. Ma a chiunque di questi due ingegneri si* debba la preferenza, sono amendue degni di lode, perchè furon dei primi a cambiare il sistema e le regole della fortificazione, e ad adattarla agli usi della moderna maniera di assediare. Alcuni altri ingegneri italiani potrebbonsi qui rammentare , e fra gli altri il cavalier Paciotto da Urbino, da cui accenna il Busca (Architett. p. 129, 181) che fu dato il disegno per la fortificazione di varie piazze. Ma la brevità di cui mi son prefisso di usare, non vuol che mi stenda più oltre (*). XIV. Così le tre arti sorelle fiorivano gloriosamente in Italia, e insieme colle lettere (*) Possiam qui aggiugnere un cenno di una grand’opera appartenente alla scienza dell7acque, che o alla line del xv o al principio del xvi secolo parve felicemente eseguita, cioè 1 asciugamento delle Paludi Pontine. Io ne ho trovata la notizia ne: Conienti del Ccsariano sull’Architettura di Vitruvio, stampati in Como nell’anno i52i. Queste pontine palude, dic’rgli (p. 20) per un Frate di Conio nostra ariate sono sta purgate et evacuate , cosa che mai Romani il poteno fare. Chi fosse questo frate comasco, e come riuscisse a sì ardua impresa, il Cesariano noi dice. Convien dire però, che di breve durata fosse questo diseccamento; e par che la gloria di condurre a fine sì grande e sì util lavoro sia stala riserbata a! regnante pontefice Pio VI.