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TERZO formica, e in cui nondimeno veggonsi espresse sì spiccatamente le membra , che più non potrebbesi in un ritratto al naturale. Molto fu adoperato dal duca Cosimo, che seco il tenne a Firenze per alcuni mesi, nè l’avrebbe lasciato di là partire, se avesse potuto farlo senza disgusto del Cardinal Farnese. Morì in Roma in età di circa ottant’anni nel 1578, e per l’amore eh* ei sempre avea serbato pe’ suoi Canonici regolari, benchè ne avesse deposto l’abito, volle essere tra lor sepolto nella chiesa di S. Pietro in Vincola, ove poscia nel 1632 gli fu posta un’onorevole iscrizione, che si può vedere nelle recenti edizioni del Vasari. Una medaglia in onor di esso coniata ho io veduta nel museo che aveano già i Gesuiti nel lor collegio di Brera in Milano, e ne avea copia in S. Salvador di Bologna il eh. P. abate Trombelli. XIII. Dell’architettura militare si è già parlato abbastanza nel secondo libro di questo tomo, ove abbiamo annoverati i molti insigni scrittori di quest’arte che ebbe allora l’Italia, e abbiam mostrato quai rapidi progressi pel mezzo loro ella fece. Ma voglionsi qui accennare due altri che giovaron non poco co’ lor lavori a rendere più perfetta e più adattata alle circostanze de’ tempi la fortificazione. Il marchese Maffei assai a lungo si stende nel dimostrare che Michel Sammicheli di patria veronese, nato nel i4$4 c morto nel 1559), celebre architetto, di cui ha parlato anche il Vasari (t. 5, p. 535), e poscia più di fresco e più ampiamente il Temanza (T’ite de più