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terzo 3375 Roma, donde però per infermità ivi contratta tornò qualche tempo appresso a Firenze} e fino all’anno 1527 alternò il soggiorno in queste due città, e in amendue fece opere sì perfette nella scultura, eli1 ei ne venne in fama di uno de’ più valorosi artefici del suo tempo. Nè alla scultura solamente, ma all1 architettura ancora ei rivolse il pensiero, e in questa ancora egli fece veloci e maravigliosi progressi. Dopo il sacco di Roma, ritiratosi a Venezia, e deposto il pensiero di andarsene in Francia, ove dal re Francesco I era stato caldamente invitato, fissò in quella città la sua stanza , nè più abbandonolla , finchè ebbe vita. Nel i5 ji) fu scelto dalla Repubblica a proto, ossia architetto della Procuratia di sopra , e d’allora in poi il Sansovino, lasciata quasi in dimenticanza la scultura, diedesi principalmente allo studio e all1 esercizio dell1 architettura. La Zecca, la Libreria di S.Marco, il palazzo de’ Cornari sul Canal grande, la Scuola della Misericordia, e più altre fabbriche così in Venezia, come altrove, renderono e rendon tuttora celebre il nome del Sansovino. Ma la Libreria di S. Marco ne pose a qualche cimento la fama. A’ 18 di dicembre del i5.{5 ne cadde la gran volta} e il Sansovino, a cui ne fu imputata la colpa , fu dapprima per soverchio zelo d’alcuni chiuso in prigione} e benchè liberatone tra non molto , venne però privato dell"impiego di proto, gli fu sospeso l’usato stipendio , e fu condennato a pagare pel risarcimento mille ducati. Ma la pietà del senato non soffrì che il Sansovino portasse per lungo tempo la pena di una semplice negligenza , e fu egli