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2368 LIBRO illustratore d* Ippocrate , eh’ei rimirava non altrimenti che padre, e mantenevalo di ogni cosa di cui faceagli d’uopo. Dell’impiego di architetto della basilica Vaticana a lui affidato parla lo stesso Rafaello in una sua elegante lettera al conte. Baldassar Castiglione, la quale ancora ci scuopre l’amor ch’egli avea dell’antico: Nostro Signore con l’onorarmi mi ha messo un gran peso sopra le spalle: questo è la cura della Fabbrica (di S. Pietro. Spero bene di non cadervici sotto, e tanto più, quanto il modello , chi io ne ho fatto, piace a Sua Santità , ed è lodato da molti belli ingegni. Ma io mi levo col pensiero più alto. Vorrei trovar le belle forme degli edificj antichi; nè so, se il volo sarà (f Icaro. Me ne porge una gran luce Vi truvio; ma non tanto che basti (Lettere del conte. Bald. Castigl. t. 1, p. 172, ec.). Da una lettera del medesimo Castiglione raccogliesi che Rafaello esercitavasi ancora nella scultura: Desidero ancora sapere, scrive egli nel 1523 (ivi p. 128), se egli (Giulio Romano) ha più quel puttino di marmo di mano di Rafaello, e quanto si darà nlC ultimo. Ala fuor di questo non ce ne resta, eli1 io sappia, verun altro indicio. Così non avesse questo sì raro genio secondata di troppo la dolce e piacevol sua indole inclinata a’ pi {‘•celi, cbe occupandolo ne’ suoi amori, gli impedì il lasciarci un maggior numero di opere, e gli affrettò ancora la morte, da cui fu preso in età di soli trentasette anni nel i52o. IV. Giulio Romano, così detto dalla sua pa’ tria, e di cui non è ben certo qual fosse il cognome, fu scolaro di Rafaello, e tanto a lui