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2364 LIBRO rappresentazione della Calandra (a). Un altro modello della stessa basilica fece Antonio da S. Gallo fiorentino, celebre architetto morto in Roma nel i546 (b), cbe in ciò si valse dell’opera di quell’Antonio Labacco, di cui abbiam rammentato un Trattato d’Architettura; modello di eccellente lavoro, che solamente nelle opere de’ legnaiuoli e nel legname costò 4184 scudi, e 1500 ne furono assegnati per mercede ad Antonio, benchè 1000 soli ne avesse toccati, quando morì. Esso però non fu approvato da Michelagnolo, perchè gli parve, dice il Vasari (l. cit. t. 4, p 320), che venisse troppo sminuzzato dai risalti e dai membri, che sono piccoli, siccome, anco sono le colonne, archi sopra archi, e. cornici sopra cornici, oltre più altri difetti ch’egli vi scorse, e principalmente un certo gusto di architettura tedesca, o, come volgarmente si dice, gotica. Di molte altre opere di Antonio si posson veder le notizie presso il suddetto Vasari. III. Fra tutti quelli però, che furono in quella fabbrica adoperati, tre sono degni di distinta (a) Di Bablassare Peruzzi più copiose notizie si possono ora vedere nelle Lettere sanesi del eli. P. Guglielmo dalla Valle (t. 3 , p. 1S7). (b) Non me» di Antonio fu celebre Giuliano da Sangallo di lui fratello maggiore, e morto nel 1.517, di cui parla a lungo il Vasari (l. 3 , p. i4 ed. Fior. 1771). Due codici assai pregevoli di disegni originali se ne conservano, uno nella biblioteca Barberini in Roma, l’altro presso il sig. abate Giuseppe Ciaccheri bibliotecario dell’università di Siena , de1 quali si posson vedere le notizie nelle Memorie per le Belle Arti, stampate in Roma (luglio 1786, p. i.p, ec.).