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TERZO 2355 c dopo poco oltre a tre mesi, egli ebbe ordine di partire immediatamente dalla città e dallo Stato. Di queste sue vicende parla egli a lungo nella sua Vita, e ne attribuisce l’origine all’invidia di cui ardeva contro di lui un ministro del duca, il quale pe’ renderlo sospetto, e farlo cader dalla grazia del suo sovrano, persuase ad Alfonso che il Panigarola era in segreto commercio di lettere col Cardinal de’ Medici, a cui andava scoprendo ogni cosa di quella corte. E questo par veramente che fosse il motivo della disgrazia del Panigarola, benchè i suoi emuli ne spargessero tacitamente motivi più gravi, e alla fama del vescovo poco onorevoli. Così raccogliamo dagli Annali mss. di Ferrara di Filippo Rodi, ove all’anno 1586 si legge: A di 23 Luglio venne a Ferrara suffraganeo del Card. Luigi Fra Francesco Panigarola Zoccolante Francescano con provigione di 500 scudi l anno. A dì 6 Novembre il Duca mandò Giambattista Laderchio suo Secretario ad intimare al padre Panigarola suffraganeo del Card, suo fratello nel 7 escovado di Ferrara, che per tutto quel medesimo giorno dovesse levarsi dalla Città et suo Stato: et se bene, dichiarò, che la faceva per mancamento commesso contro i A. S. fu nondimeno detto, che lo fece per altre cause aromatiche et da non mettere in carta (a). Ma cbe (a) In questo ducale archivio segreto mi è avvenuto di trovar la lettera che il Panigarola scrisse al duca dop.» la sua partenza, e io volentieri qui la produco, perchè essa , benchè non ci dia chiara notizia del fatto per cui il Panigarola ne incorse lo sdegno, smentisce TlRABOSCtlI, Voi XIII.