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TERZO *353 Sarzana, e caduto infermo a mezzo il corso delle sue prediche, volle che il Panigarola, giovane di ventiline anni, colà si recasse, e senza premettervi apparecchio di sorta alcuna, facesse le sue veci. In questo primo e sì arduo tentativo riuscì egli con tanta felicità, che nell’avvento dell’anno stesso vollero i cavalieri di S. Stefano che ei predicasse nella lor chiesa in Pisa , e l’anno seguente, per ordine del gran duca Cosimo, predicò la quaresima in Santa Maria del Fiore in Firenze con plauso tanto maggiore, quanto più era ammirabile in sì fresca età sì straordinaria eloquenza. Nel capitolo generale del suo Ordine, tenuto in Roma nell’anno 1571, fu ad esso chiamato, perchè ivi pur predicasse. Ma il santo pontefice Pio V, fattolo venire a sè, e con lui rallegratosi de’ rari talenti di cui Dio l’avea dotato, con consiglio veramente paterno , gli disse, che poichè non poteva ancora aver tanto studiato, che la dottrina fosse in lui pari all’eloquenza, e poiché in Italia non sarebbe omai stato possibile ch’ei fosse lasciato vivere in pace, voleva che passasse a Parigi a studiare profondamente la teologia. Ubbidì volentieri il giovane Panigarola, e nell’anno stesso si pose in viaggio, e dopo aver fatte nel suo passar per Lione ai mercatanti italiani alcune prediche, per le quali poco mancò che gli eretici nol togliesser di vita, giunse a Parigi. Ne’ due anni ch’ei si trattenne in questa città , a un continuo indefesso studio della teologia congiunse ancora l’esercizio della predicazione, e oltre l’aver ragionato talvolta privatamente innanzi alla reina Caterina de’ Medici, c l’aver