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TERZO 200I ducati, ch' erano nella sua stanza. Esso era in Borgo appresso la Penitenzieria, la qual tutta fu saccheggiata. Egli si salvò sotto un tetto mezzo morto dalla grave infermità poco innanzi patita e dalla paura. Ciò però fu un nulla in confronto a quello che gli accadile fanno seguente, quando preso nel memorabil sacco degl'imperiali, e trattato nelle più crudeli maniere. dovette comperare e gran prezzo la libertà. Pensava egli di ritirarti in Capova a vivere sul tenue beneficio che vi avea; ma il desiderio di ricuperare i suoi libri fermollo in Roma, ove dopo essersi aggirato infermo, mendico e cadente per alcuni mesi, più non potendo sostenere la vita, abbandonato da tutti, e ricoveratosi in una vile osteria, ivi si morì di disagio nello stesso anno 1527, in età di circa cinquantatrò anni. Pochi componimenti se ne hanno alle stampe, de quali il signor Liruti ci dà un distinto catalogo. Essi però, come avverte il Giraldi, non corrispondono alla fama che il Marone si era acquistata, ed egli era, o pareva almen più felice, quando verseggiava all improvviso, che quando scriveva versi premeditati. X. Anche del Querno fa grande elogio fÀrsilli. Ma diversamente di lui ragionano il Giovio (l. c. p. 51) e il Giraldi (l. c. p. 546) che cel dipingono come un solenne ghiottone, e che non avea altro pregio che una rara facilità e una più rara impudenza nel verseggiare. Era egli da Monopoli nel regno di Napoli, ov era nato, secondo il Giuntini, a" 4 di agosto del 1470 (Calend. astrol. ad h. d). Venuto a Roma a’