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TERZO 3 ÓD’J proccurando clic da ogni parte s’inviassero monumenti a Roma per compilar la Storia del suo stesso Ordine , e adoperando felicemente la sua eloquenza nel suddetto concilio, perchè ad esso e agli altri Ordini regolari fossero confermati gli antichi lor privilegi. IX. Fu frattanto innalzato alla cattedra di S. Pietro Leon X, e questo splendido mecenate de’ dotti fece tosto conoscere ad Egidio, in quanta stima f avesse. Nel 1515 inviollo suo nuncio all’imperadore Massimiliano per indurlo a far pace co’ Veneziani, e nella lettera perciò scritta a Cesare, parlandogli di Egidio: Is quoniam est, gli dice (Bembi Epist. Leon. X nom. l. 11, ep. i3), e orinila integri tate , religione , doc trina, onmiumque pene linguarum, quae ruma quidem excoluntur, usum atque scientiam, omnium bonarum artium disciplinas cognitas et exploratas habet. Ma niuna cosa meglio ci mostra, non dirò solo la stima, ma la tenerezza e l’amicizia che Leone avea per Egidio, quanto tre lettere dal pontefice scrittegli nell’anno 1517 (ib. l. 15, ep. 32, 35, 38), nelle quali, dimentico quasi dell’autorità pontificia, parla con lui , come farebbesi fra due uguali. Nella seconda di esse gli scrive che pensa di accrescer presto il numero de’ cardinali , e che vuole sceglierne alcuni che sieno ben atti a quella gran dignità. Volea il pontefice quasi scherzando fargli intendere eli’ egli sarebbe un d’essi; ma non avendo il modesto Egidio inteso lo scherzo , Leone apertamente gli scrive nell’ultima che vuol sollevarlo a quella dignità; e che perciò sia in Roma pel primo