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23a6 libro di esse ragiona il Fausto di due grandi opere di’ egli stava apparecchiando, e ne ragiona, a dir vero, più da saltimbanco, che da uom dotto: Ho tra questo tempo composto uri opera , la quale ci dà a conoscere la pecoraggine di quelli, che indegnamente s’usurpano questo venerando nome, di Poeta. Tutte queste cose contiene. Primo uno Dialogo della lingua Italiana a modo diverso dagli altri: lo principio de la corruttela de la lingua a modo nuovo, de la illustrazione, de la imitazione, de la Eloquentia, de le figure, del dire, del numero de la Oratione, et de li piedi corti, cosa non più da altri pensata. De la Poetica, de’ l’invenzione , cosa non più fatta; de le misure de’ versi diversamente da quelle degli altri; de la forma del dire, del decoro del verso, de gli vitii del verso, de le lettere de I alphabeto, cosa non mai più pensata, et più che necessaria; de le sillabe lunghe et brevi, cosa non più pensata, ec. Più pomposo è ancora l’elogio ch’ei fa dell’altra sua opera: Ho cominciato uri altra fatica, la quale è intitolata Tempio di verità, una fantastica faccenda. Sarà divisa forse in trenta libri. Ivi si leggerà la distruzione di tutte le Sette, altamente ripetendole da gli primi principii loro: le bugie degli Historici, le verità de’ Poeti; et in questi tratterassi de la facultade. Rhetorica et de la Poetica , ove sono introdotti Cicerone et altri a mostrare gli difetti loro; così Virgilio, così gli. volgari, et gli comentatori ancora. Voi sentirete gli vituperii di Cesare , <F Alessandro , et d Ottaviano; le lodi di Phalari, e di Nerone,