Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/362

23?4 LIBRO lodato, da Girolamo Ragazzoni, da Giovanni Giustiniano, dal celebre Jacopo Bon fadio, di cui abbiamo un’assai elegante traduzione di quella in favor di Mi Ione, e da più altri, i cui nomi si posson vedere nelle Biblioteche de’ Volgarizzatori dell’Argelati e del P. Paitoni, abbiamo ancora due traduzioni di tutte le Orazioni, cioè quella di Sebastiano Fausto da Longiano che fu il primo a darla alla luce in Venezia nel 1556, e quella di Lodovico Dolce, stampata ivi nel 1562. Dobbiamo ad amendue saper grado del loro buon animo; ma non dobbiamo proporre le lor versioni come modello di somiglianti lavori. Perciocchè, ancorchè voglia concedersi, il che per aventura non sempre è vero, ch’esse sieno esatte e fedeli, troppo però son lungi dall’aver quella forza e quella maestà che tanto si ammira nel padre della romana eloquenza. Del Dolce si è detto ad altra occasione. Del Fausto, benchè si sia talvolta fatta menzione, non abbiamo però mai data particolar contezza; ed egli ne è degno, se non fosse altro, per le molte fatiche da lui sostenute a pro delle lettere, e per la dimenticanza in cui gli scrittori 1’ hanno comunemente lasciato. Ma io ancora non potrò darne che scarse notizie, perciocchè poche ho vedute delle opere da lui date in luce. Ei fu da Longiano castello tra Cesena e Rimini, ove parmi probabile ch’ei nascesse circa il principio del secolo. De’ primi studj da lui fatti negli anni suoi giovanili io non ho trovata memoria alcuna. Servì a molti signori, e forse il primo tra essi fu il co. Guido Rangone, a