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TERZO 23ai Alla orazione si aggiungono due lettere, una di Leandro Pelagallo perugino, protonotario apostolico, con cui manda quell orazione al Cardinal Ascanio Maria Sforza (*) , l’altra dell’iinperador Massimiliano a Federigo re di Sicilia , in cui gli scrive che niuno avea finallora in Germania riscosso applauso uguale a quello del Cardulo, e che da questa orazione singolarmente erasi egli indotto a scendere armato in Italia. Belle ed eloquenti son quelle di Giulio Poggiano, da lui dette in Roma in diverse occasioni, e dal P. Lagomarsini inserite nella Raccolta delle Lettere di quel colto scrittore, di cui pure si è detto altrove. Gran fama di eloquente oratore ebbe in Venezia il celebre, e da noi altre volte lodato, Bernardo Navagero , che dopo aver servita con sommo onore e con uguale felicità la Repubblica in diverse ambasciate, e in quella fra le altre al gran signor Solimano, e dopo essere stato podestà di Padova, fatto poi vescovo di Verona nel i5(io, e cardinale nel 1562, fu presidente al concilio di Trento, e finì di vivere nel 1565. E una bella testimonianza della stima in cui era l’eloquenza del Navagero , è ciò che narra il Cardinal Valiero di lui nipote nella Vita che egli ne scrisse, cioè che il famoso doge di Venezia Andrea Gritti, il cui nome ne’ fasti della Repubblica è sì illustre, chiamato a sè il Navagero allor (*) La lettera del Pelagalio qui indicala non è stala pubblicata da monsig. Mansi, ma salo ieggesi aggiunta » un codice ms. dell’orazione del Cardino pi esso il eli. Mg. Lori Jacopo Morelli.