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a3i 6 libro monsignor della Casa sarebbon migliori, se questo difetto medesimo non togliesse lor qualche parte de’ molti pregi di cui sono adorne? Non f)uò negarsi che questo illustre oratore, singolarmente nelle orazioni dette contro l’imperador Carlo V, non abbia una forza di espressioni e una vivacità d’immagini comune a pochi, e che la perorazione di quella per la restituzion di Piacenza, quanto a’ sentimenti, non possa stare al confronto di quelle de’ più famosi oratori. Ma a me sembra che quella troppo uniforme sonorità di periodo, e quella continua moltiplicità di epiteti sia lor dannosa, e ch’esse maggior commozione desterebbero negli uditori, se alquanto più preciso e vibrato ne fosse lo stile. Nè è già che io lodi un cotal laconismo di stile, che da alcuni si vorrebbe introdotto nella volgar nostra lingua, per cui quasi di ogni parola si formi un concetto, e si bandisca del tutto la pompa e lo sfoggio di una sciolta eloquenza. Ma a me sembra che convenga guardarsi ugualmente da’ due estremi, e che come un oratore troppo sonante e verboso fa spesso sbadigliare per noia chiunque l’ascolta, così un orator troppo pretto e conciso lo stanchi per modo, che dopo breve tratto di via nol possa seguir più oltre. Perciò fra le orazioni di questo secolo, io penso che quelle dello Speroni si possano annoverare tra le migliori; poichè egli è oratore che sa tenersi lungi e da una viziosa verbosità e da una troppo ricercata precisione. E quindi non è a stupire ch’ei fosse udito con quell’applauso che nel ragionare altrove di esso abbiamo osservato.