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t terzo ’a3n colla Gramalica r. l’Ortografia della lingua volgare, e che fin dal 1536 avea data alla luce una Gramatica diversa da quella eli1 egli unì poscia al suddetto Vocabolario (ivi, e Mazzucch. Scritt. ital. t. 1, par. 1, p. 31). Ma come l’opera dell’Accarigi fece cadere a terra quella del Luna, così essa pur fu oscurata da quella che le venne appresso di Francesco Alunno. Intorno a questo scrittor ferrarese, morto nel 1556, e che fu celebre singolarmente per la sua rara eleganza nel formar caratteri d1 ogni sorta, di che fu maestro nella cancelleria di Venezia, e che giunse a scrivere sì minutamente, che nello spazio di un denaio potè scrivere senza abbreviature il Credo e il primo capo del Vangelo di S. Giovanni: di lui, io dico, non ho che aggiugnere a ciò cbe esattamente Inumo scritto il Zeno (l. c. p 63, ec.) e il conte Mazzucchelli (l. cit. p. 552, ec.). Egli ci diede dapprima le osservazioni sopra il Petrarca, stampate in Venezia nel 1539, poscia ampliato nel 1550. Indi diè alla luce nel i5 |3 le Ricchezze della lingua volgare, nella qual opera con ordine alfabetico raccoglie tutte le voci e tutte le più eleganti espressioni dal Boccaccio usate. Per ultimo pubblicò la Fabbrica del Mondo nel i5 |6, divisa in dieci libri, in cui si contengon le voci de’ primi tre padri della lingua italiana, disposte per ordine di materie, opera che il Tassoni forse troppo severamente disse fabbrica di mattoni mal cotti (Consider. sopra il Petr. p. 341); ma che certo sarebbe più pregevole assai se migliore ne fosse 1" ordino , e più giudiziosa la scelta. Lasciamo in disparte la Copia delle