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TERZO 231^5 ducal basilica di S. Marco, e morì in età di ottantatrè anni nel 1557. Di lui sono Le. vulgari eleganzie stampate in Venezia nel 1521, e innoltre Le tre Fontane che uscirono in luce nell’anno 1526, e nelle quali pure ei ragiona della lingua italiana, e mostra doversi rigettare le lettere in essa dal Trissino introdotte, di che diremo tra poco. Egli è ancora autore delle traduzioni del iv libro dell’Eneide in versi sciolti, e dell’opera del Boccaccio de’ Monti e de’ Fiumi, di un libro di poco valore, intitolato Le Occorrenze fiumane, e di qualche altra operetta (a). Nell’anno medesimo in cui fu pubblicata l’opera del Liburnio, fu pur pubblicato il Compendio della volgar Gramatica di Marcantonio Flaminio allor giovinetto. Ma tutte queste opere parvero quasi ecclissarsi, quando si videro comparire le Prose del Bembo. Fin dal 1502 avea ei cominciato a scrivere alcune note sulla volgar nostra lingua, e fin dal 1512 aveane egli compiuti i primi due libri, come dimostra Apostolo Zeno (l. cit. t. 1 p. 9), benchè poscia, distratto probabilmente dall’impiego di suo segretario addossatogli da Leon X, non potesse ridurle a fine, nè pubblicarle prima del 1525. Quindi avendo egli inteso che Pellegrino Moretto o Moratto mantovano avea fatte certe annotazioni sopra esse, e tacciatolo di (a) Del Liburnio si ha anche una poro conosciuta operetta latina, stampata in Venezia nel i.53o, col titolo: Divini Plalonis gemmae ad excnlendos mortal uni tnores et viiam recte instituendam a Eicohio Liburnio colleciac.