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TERZO 2279 legavit D. Galli elmus Mainus magni Ri uhm in procurando trilingui Mus arimi Judaea Helladeque profugarum Cameracensi Xenodochio ipso in Academiae Parisiensis meditullio Achates, Benedicti Theocreni in Regiis Francisci Magni Literarum et Artium liberalium parentis liberis Francisco, Henrico, et Carolo instituendis successor. Questo Guglielmo Maino, di’ cui il Morelli loda qui e la ricca biblioteca e l’opera da lui prestata nella fondazione del collegio di Cambray in Parigi, e il succedere eli’ ei fatto aveva al Teocreno nell’ammaestrare i figli di Francesco I, potrebbe credersi milanese , se col nome di Maino se ne indicasse la famiglia , perciocchè in questa città ed era allora, ed è tuttora la famiglia di tal cognome. Ma io non ne ho potuta trovare alcun’altra notizia , e forse la voce Mainus è ivi usata a spiegare la patria di Guglielmo , che per avventura era natio della provincia du Maine in Francia. XXVI. Fin da que’ tempi si cominciò a disputare fra gli eruditi se fosse miglior consiglio lo scrivere le gramatiche della lingua latina nella lingua medesima, ovvero nella volgare. E non furono pochi coloro che seguirono l’opinione or divenuta comune. Quindi fin dal 1529 veggiam pubblicata in Venezia la Gramatica latina in volgare, opera anonima, ma di cui Apostolo Zeno sospetta che sia autore Bernardino Donato (Note al Fontanini, t. 1 , p. 52). Dietro a lui venne Francesco Priscianese fiorentino, che nel 1540 pubblicò sei libri Della Lingua romana y c il libro de’ Principii