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TERZO 227I probabilmente circa il 1458, passò in età giovanile a Roma, ove al diligente studio delle lingue latina , greca ed ebraica congiunse il dare non pochi saggi della sua attività e destrezza, per modo che essendo ancor giovane, fu dal pontefice Innocenzo VIII mandato nel 1488 suo nuncio al re di Scozia, e poscia nel i4i)° a quel d’Inghilterra. Alessandro VI richiamollo a Roma , e col dargli il titolo di segretario, lo ammise talmente alla sua confidenza, che Adriano era quasi l’arbitro degli affari. Adoperato da lui in diverse onorevoli nunciature, sollevato alla carica di tesoriere, fu nel 1503 onorato ancor della porpora; e parte pe’ pingui beneficj che ottenuti avea nell’Inghilterra , parte pel favore di cui godeva presso il pontefice, arricchissi per modo, che non v’era forse in Roma chi nella magnificenza e nel lusso lo superasse. Il troppo famoso Cesare Borgia non potea soffrir senza sdegno un uomo che pareva gareggiar con lui. in grandezza e in potere; e in una cena imbandita nella villa stessa del cardinale, lo avvelenò , cioè in quella cena medesima in cui vogliono molti ch’egli incautamente avvelenasse lo stesso pontefice suo padre, benchè non manchin ragioni di dubitarne (V. Murati Ann. d’J tal. ad an. 1503). Il cardinale a gran pena salvò la vita. Il pontificato di Giulio II non fu ugualmente a’ lui favorevole; e benchè egli fosse un di que’ che il seguirono nel viaggio di Bologna, all’occasione però di certe controversie ch’egli ebbe in Roma col vescovo di Vigorn ambasciadore del re d’Inghilterra, parendogli che il pontefice fosse con lui sdegnato , fuggì segretamente