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TERZO aa.-j I carceri di Melano > lior cerca nelle solitudini della sua villa di Varè di perder gli altri huomini per ritrovar se stesso Et fra le mirabili pitture, che vi sono, si vede l’alta et incomparabile fabbrica del maraviglioso theatro delI eccellentissimo Giulio Camillo, dove egli con lunga fatica nelle sette sopracelesti misure rappresentate per gli sette pianeti trovò ordine capace, bastante, et distinto, et tale, che tiene sempre il senso svegliato, et la memoria percossa, et fa non solamente ufficio di conservarci le affidate cose, parole, et arti, che a man salva ad ogni nostro bisogno si possano trovare, ma ci dà ancora la vera sapienza, nei fonti della quale veniamo in cognizione delle cose dalle caggioni, et non dagli effetti. Ma ora chi può avere la sofferenza di legger l’opera del Cammillo? Io sfido coloro che ci vorrebbono persuadere ch’egli avesse chiaramente svolta l’idea del suo teatro, a spiegarci qual essa sia veramente, e a comentare le opere di questo scrittore in modo che vengano intese. Un capriccioso intreccio di astrologia giudiciaria, di mitologia, di cabala e di mille inutili speculazioni, ecco tutto il fondamento dell’ammirabile teatro del Cammillo, nelle cui opere la vera erudizione, il buon gusto, il senso comune si cerca invano. S’ei mi si mostrasse versato nella lettura de’ migliori scrittori, s’egli scrivesse in maniera ingegnosa sì e sottile, ma pure intelligibile da chi non è del tutto privo di lumi, io gli perdonerei volentieri gli errori ne’ quali fosse caduto. Ma nel Cammillo io non veggio che un 1101110 che cerca di raggirare i lettori