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2l32 LIBRO altrove si legge (ma egli non cita autore) che un certo Giulio Cammillo gran cabalista, assai versato nelle lingue orientali, oratore e poeta latino, presentò al re una gran macchina di legno, in cui vedeansi in un certo ordin disposti i principi! dell* arte oratoria, tratti da Cicerone e da altri scrittori; ch’essendo quell’ordine sembrato ingegnoso al re Francesco gli donò 500 ducati; e che dicesi che il Cammillo impiegasse quarant’anni, e cbe spendese i5oo ducati in tal lavoro; e conchiude che questo fatto, benchè narrato alquanto diversamente, è forse lo stesso che narrasi dall’Alciati. Io non ne dubito punto; perciocchè il Commillo nelle sue opere si mostra pazzamente perduto dietro alla cabala, e sfoggia nell’erudizione della lingua ebraica. Ma che egli offrisse al re quella macchina, e che tanto tempo e tanti denari vi avesse gittati, io nol crederò facilmente; perciocchè non v’ ha scrittoi’ di que’ tempi che ci parli di macchina dal Cammillo posta in esecuzione. Più degno di fede è il racconto del Muzio, compagno del Cammillo in quel viaggio, il quale così ne dice: La prima volta, che Giulio Camillo andò in Francia, egli ed io facemmo quel viaggio insieme col Conte Claudio Rangoni, et insieme stemmo a quella Corte per molti mesi. Vi andò Giulio Camillo domandato dal Re; fu rattenuto parecchi mesi avanti che potesse render ragion delle cose sue, et alla fine la rese presente il Cardinale di Lorena et il Gran Maestro di Francia, che fu poi fatto Gran Contestabile. Il aveva Giulio Camillo da tornare a Vinegia per ritornare poi a