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TERZO I()8y Accorso aquilano, di cui e delle cui opere si hanno copiose notizie presso il conte Mazzucchelli (Scritt. ital. t 1, par. 1, p. 92) (a). Fra questi poeti di patria italiana, alcuni ne frammischia l’Arsilli di nazione tedeschi, che viveano in Roma, e de’quali perciò non è di quest’ opera il ragionare. Sieguono indi Andrea Fulvio, di cui abbiam rammentato altrove il libro Delle Antichità di Roma, un certo Sillano da Spoleti, il Tebaldeo, di cui si è trattato nel tomo precedente, Luca Buonfigli padovano, di cui non so che si abbia alcuna cosa alle stampe, e Camillo Paleotti bolognese, di cui abbiam fatto un cenno nel parlare degli scrittori del Diritto canonico. Due altri illustri poeti si congiungono da lui insieme, Tommaso Fedro Inghirami e Fabio Vigile da Spoleti, detti amendue lumi principali della Sapienza di Roma, in cui furono professori di eloquenza. Il secondo nella Raccolta Coriciana, in cui ha alcuni versi latini, è detto Fabius Agathidius Vigil Spolentinus. Ma nelle Rime sacre e morali di diversi autori, stampate in Foligno nell’an 1629, in cui egli ne ha alcune, è detto semplicemente Fabio Vigili (Quadr. t. 2, p. 3^2) (b). Ei fu segretario de’ Brevi di Paolo III, e vescovo prima di Foligno e poi di Spoleti (Bonamici De cl. Pontif'. Epist. Script., p. 2 23, (a) Più esatte notizie intomo a Mariangelo Accursio e alle opere da lui pubblicate ci ba poscia fiate il P. «I1 Afflitto (Meni, degli Scrii/, napol. t. 2, p. 20, ec). (&) Di Fabio Vigili ha prodotte nuove c più esatte notizie il soprallodato ab. Marini (t. i, p. 207).