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222/) LIBRO del suo sapere. Ecco, com’egli scrive a Battista Saraco di alcune delle sue opere: Ego de imitatione tres libros jam multos annos edidi, opus plane absolutum atque perfectum; idem in orationibus, in duobus Epistolarum libris ad Atestios Principes , de Consilio Principis ad Ferrinium, in multis item aliis scriptis feci, atque etiam in multo pluribus sum propediem facturus. Quae publicata sunt a Principibus rei Literariae aetatis nostrae Bembo, Bonamicio, Amasejo etc. etc. valde sunt comprobata. Quae vero privatim leguntur, ipse optime nosti, quam editis sint simillima, qui nostros libros de Gloria laudibus in Coelum effers, qui de reliquis XI Orationibus, qui de decem Epistolarum libris ad amicos et familiares scriptis id palam dictitat, aurum esse meam dictionem (l. cit. p. 504). Abbiamo altrove accennata l’aspra contesa ch’egli ebbe con Gasparo Sardi, di cui non solo confutò l’opinione, ma cercò ancora di rendere ridicola la persona (l. 3, c. 1, n. 56). Anche all’Alciati ei mosse guerra, Lugo e si solloscrive: Rai’ lholoinruco Ricci suo Maestro. Più degna di riflessione è un’altra al dura Ercole 11, all’occasione della contesa ch’egli ebbe col Sardi. In essa molto risentitamente si duole ebe il duca gli abbia vietalo di rispondere alle calunnie che d Sardi colle stampe avea contro di lui divolgate; espone tutte le arti dal suo avversario usate per infamarlo; e minaccia di prender congedo , se non gli è permesso di rispondergli. La lettera non ha data; ma poiché in essa egli dice che eran nove anni, dacché era stato chiamalo al servigio di quella corte, convieu dire eh’essa fosse scritta circa l’anno 1547* Né sappiamo qual frutto egli uc ricavasse.