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aai4 libro le critiche ad essa fatte da Arrigo Stefano e da Giovanni Vernereto, perchè io debba dirne più a lungo. Non sappiam quanto tempo si trattenesse il Nizzoli presso il conte. Gambara. Certo egli era presso questa famiglia anche nel i S.jo, come ci mostra una lettera da lui scritta in quell1 anno a Tadea dal Verme di Gambara, pubblicata dal ch. sig. Crevenna (Catal raisonnè t. 4? p 303). Quando si accese tra lui e!’l Maioragio la contesa sopraccennata, la quale ebbe principio nel 1547? il Nizzoli era in Parma , ove fu per più anni pubblico professor ri’ eloquenza. Ma sembra che prima di ascender la cattedra di quella università, ei fosse privato maestro del marchese di Soragna, come raccogliamo da’ Cataloghi di Ortensio Landi stampati nel 1552: Mario Nizolio fu maestro del Marchese di Soragna (p. 563). Mentre era pubblico professore nella detta città, scrisse 1’opera l)e veris principiis et vera ratione philosophandi, della quale abbiamo altrove parlato , ed egli ivi la pubblicò nel 1553, dedicandola al Cardinal Alessandro e al duca Ottavio Farnese. In Parma pure cel mostrano due lettere a lui scritte da Annibal Caro, in cui parla di esso con molta lode, una deli553, l’altra del 1559 (Lettere , t. 2, lett. 17, 120); e due altre di Paolo Manuzio , una che non ha data (Epist. l. 2 , ep. 3), nella quale si scusa che non abbia potuto venire a Parma , dove il Nizzoli l’avea invitato, e ne loda altamente i costumi, la cortesia, l’ingegno e lo studio; l’altra, scritta a’ 28 di novembre del 1562 (l. 6, ep. 16), nella quale avendogli il Nizzoli mandata