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TERZO 2301 alln scuola del celebre Romolo Amaseo, ed ivi ancora si ordinò sacerdote. Tornato finalmente, ad istanza de’ parenti, alla patria, aprì ivi pubblica scuola, e vi ebbe gran numero d’illustri discepoli. La reina di Polonia Bona Sforza , die crasi allor ritirata nel suo ducato di Bari, bramò che il Corrado scrivesse la Storia sua, e delle vicende di quel regno; ed egli già si era accinto al lavoro; ma atterrito poscia dalla difficoltà dell’impresa, lo interruppe; nè volle più oltre continuarlo. 11 Cardinal Alcali* dio il volle suo segretario in Roma; e al Corrado fu forza l’accettare quest’onorevole impiego. Mortogli dopo due anni nel 1542 il padrone , passò collo stesso carattere presso il Cardinal Badia; e rapitogli dalla morte ancor questo nel 1547, tornossene a vivere tranquilla* niente nella sua patria. Gli scrittori della Vita di Quinto Mario aggiungono che il pontefice Pio IV chiamollo a Roma ad istruir nelle lettere i suoi nipoti; e ch’egli colà recatosi, fu poscia ancor destinato ad essere segretario del concilio di Trento, ma che a questo incarico ei si sottrasse. Il P. Lagomarsini però da un attento esame delle lettere del Corrado ha raccolto (Not. ad Epist. Pogian. t. 3, p. 443, ec.) eli’ egli non fu mai in Roma a’ tempi di Pio IV, e che fu bensì inviato a sostener l’impiego di segretario nel detto concilio; ma che la lettera d’invito gli giunse sì tardi, che frattanto era già stato quell’impiego conferito ad un altro. Le lettere di Paolo Manuzio a lui scritte (l. 7, ep. 7, 8, 15; l.8, ep. 9) ci mostrano che sulla fine del i565 c uel 1066 era il Corrado