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2 184 LIBRO sorte tale maestro, quale lungo tempo hanno cercato e desiderato. L’università di Bologna, Clemente VII, Cosimo I, duca di Toscana, bramaron di avere un sì celebre professore; il Cardinal Sadoleto invitollo a Carpentras; il cardinale Stanislao Osio usò di ogni arte per condurlo in Polonia. Ferdinando re d’Ungheria gli offerse fino a 800 ungheri di annual mercede, se volesse recarsi a quel regno. Ma il Buonamici non volle abbandonar la sua Padova, e pago degli onori e de’ premj che dal Senato veneto gli furono liberalmente assegnati, amò meglio veder moltissimi giovani venire a lui da ogni parte del mondo, tratti dalla fama del suo sapere, che trasferirsi in lontane provincie, ed esporsi alla incerta sorte de’ viaggi e de’ paesi stranieri. Così continuò il Buonamici a vivere in Padova fino all’ultimo de’ suoi giorni, che fu agli 11 di febbraio del 1552. Sulle spalle de:1 suoi scolari fu onorevolmente portato il dì seguente al tempio di S. Antonio, e onorato con orazion funebre da Girolamo Negri canonico della cattedrale. Il Buonamici è debitor del suo nome più alla fama che ottenne vivendo, che alle opere che di lui ci son rimaste. Alcune lettere, poche prefazioni e diverse poesie latine sparse in diverse raccolte, e unite poi insieme dal mentovato signor Giambattista Verci, sono i soli monumenti che abbiamo alla luce dell1 eleganza di questo scrittore, e se ne ha un minuto catalogo nella Vita sopraccennata, a cui si aggiungono ancora le cose o inedite, o smarrite. Forse fu ciò effetto del soverchio genio del Buonamici per la conversazione e pel giuoco, in cui vuoisi che