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TERZO 2l8l però potè goder l’Amaseo de’ nuovi onori, perciocchè venne a morte a’ 6 di luglio del i.r>52. Non molti sono i saggi del suo sapere che Romolo ci ha lasciati, e il più degno di essere ricordato sono parecchie orazioni da lui dette in diverse occasioni, e quasi tutte in Bologna, le quali, benchè nè quanto allo stile, nè quanto alla condotta e alla forza, non si possan dire perfetti modelli dell’eloquenza, io non so però se abbian le pari ne’ primi anni di questo secolo in cui furono scritte. Celebri sono fra esse le due orazioni in difesa della lingua latina, da lui dette in Bologna innanzi all’imperatore, al pontefice e a gran numero di cardinali, di vescovi, d’ambasciatori, le quali poi diedero occasione a più altri scritti, altri a favor delle lingua latina, altri a favore dell’italiana. Oltre poi alcune poesie latine e molte lettere italiane e latine, sparse in diverse raccolte, alcune delle quali ancora sono state inserite nella suddetta Vita, ne abbiamo la traduzione dal greco in latino della Storia della spedizione di Ciro di Senofonte, e della Descrizione della Grecia di Pausania, le quali versioni però son sembrata a monsignor Huet (De clar. Interpr.) più eleganti che esatte. E ciò basti aver detto in breve dell’Amaseo; poichè a questa mia brevità potranno abbondevolmente supplire i sopraccennati scrittori che assai più a lungo ne hanno trattato. III. Per la stessa ragione io mi spedirò in breve del Buonamici che fu per l’università di Padova ciò che fu l’Amaseo per quella di Bologna; poichè dopo il diligente articolo che ce