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TERZO 2 165 et s flabbia a dolere, farete impiegare fino a quattrocento scudi in sapone a Venezia, et in terra, pigliando ogni cosa dalli Mercanti, c/i egli vi dirà , et condurre il tutto a Guastalla a riquisizione del suddetto , facendo però per via sicura. Di più dovendo egli condurre tutta la sua famiglia, et essendo povero , subito che sarà arrivato da voi il Manfredi, gli farete dare cento scudi per mandarglieli, acciò si possa incamminar quanto prima, come ho scritto medesimamente al Caimo intorno a questo. Io ho ancora due lettere dell1 Ingegneri a 1). Ferrante, mentre era in procinto di venire a Guastalla, una da Vicenza de’ 19, l’altra da Venezia dei 26 di luglio del 1586, e il seguente attestato dell’Ingegneri medesimo: Confesso per la presente io Angelo Ingegneri haver ricevuto da MS. Cristoforo Zerbino fattore dell Illustrissimo et Eccellentissimo Sig. D. Ferrando Gonzaga mio Sig. sette forme di legno colle loro asse sotto da lavorare di sapone, et una caldaja grande, di pesi numero quattro e libre sette di rame, la qual caldaja prometto di restituire ad ogni beneplacito di Sua Eccellenza a chi mi verrà comandato da lei. Et in fede ne ho scritto e sottoscritto la presente di mia propria mano 1586 a dì 29 Dicembre in Guastalla. Convien dire che la poesia non fosse stata molto utile all’Ingegneri, e eli’ egli trovasse più vantaggioso l’impastar sapone, che il far versi; se pure non dobbiam dire clf ei fosse scialacquatore, o trascurato ne’ suoi affari. Ciò sembra congetturarsi da altri monumenti dello stesso archivio, veduti dal /