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2156 LIBRO Lettere di Pietro Aretino troviam menzione di un Vincenzo Maggi che nel 1548 era alla corte di Francia (Aret Lett. I. 4> p *99)- Ma non par probabile ch’ei sia lo scrittore di cui trattiamo. Questi certo nel i58r) era in Ferrara, corne ci mostra la dedica della sua Poetica al Cardinal Cristoforo Madrucci, benché poi questa non si pubblicasse che Tanno seguente. Avea egli intrapreso a comentare la Poetica d’Aristotile fin dal tempo in cui trovavasi in Padova; e in questa fatica avea allora avuto a compagno Bartolommeo Lombardi veronese, come lo stesso Maggi sinceramente confessa. Sorpreso poi il Lombardi da immatura morte, continuò solo il Maggi l’incominciato lavoro, e valendosi per lo più della versione del Pazzi, vi aggiunse note e comenti scritti sul far di que1 tempi, cioè spiegando Aristotile co1 passi di altri antichi scrittori, e fondando i precetti più sull1 autorità che sulla ragione c sulla natura. A questi comenti egli aggiunse un trattato ci vagliamo de’ suoi sudditi, essendole Noi quel buon figliolo che semo. Di che tutto havemo voluto darvi questo avviso, acciò ch’accadendo il bisogno ne facciate testimonio alii Clariss. Sig. Reformatori del Studio. Et ch’anco essendo necessario ne parliate al Serenissimo Principe, et Illustriss. S. pregandola in nostro nome, che non solo non sia impedito, ma anco che voglino restar contenti, chel ci serva in queste nostre occorrenzie, et certificando et la lor Sublimità et li predetti Signori Reformatori, che oltra che si può dir chel sia nel Stato loro essendo appresso di Noi, cene faranno piacere gratissimo; et a la prefata Sublimità molto ce raccomandate. State sano. Ferr. xx Sept. 1542. B. Prosper.