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TERZO • 2 153 emendato il testo, prese a recarla in latino; ma sorpreso dalla morte , non potè dare al pub* blico il suo lavoro, il che fu poscia eseguito da Guglielmo di lui figliuolo. E un compendio latino verso la fin del secolo ne fece Antonio Riccoboni. Le versioni latine non parvero ancor sufficienti al bisogno , e si reputò necessario che ella fosse tradotta anche in lingua italiana. Bernardo Segni fiorentino, autore di più altre versioni, ci diede ancor questa, che fu pubblicata la prima volta in Firenze nel 1549 e vi aggiunse a spiegarla alcune brevi chiose. Nuova e assai più ampia e più ingegnosa fatica intraprese in quell’opera il Castelvetro, e tradottala nuovamente nella volgar nostra lingua, la comentò ancora assai lungamente. Questo Comento fu la prima volta stampato in Vienna nel 1570, e corrispose alla fama che con altre sue opere avea già l’autore ottenuta, cioè d’uomo ingegnoso ed acuto al par di chiunque , ma che talvolta , secondando troppo il suo ingegno medesimo, si abbandona a oscure e inutili sottigliezze; il che pure vuol dirsi di molti passi delle sue Opere critiche, nelle quali ragiona di cose appartenenti alla poesia. Anche Alessandro Piccolomini , di cui altrove si è detto, ignorando forse la versione del Castelvetro, un’altra ne fece nel! 1571, e la diè in luce in Siena l’anno seguente , e vi aggiunse poscia tre anni appresso alcune sue annotazioni. Francesco Buonamici , da noi nominato altre volte, invece di tradurre Aristotele, si fece a scriverne le difese, e pubblicò a tal fine i suoi Discorsi poetici. Altri al tempo medesimo