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2 1 5o ’ LIBRO altre che diligentemente si annoverano appiè della citata Vita. Vogliono alcuni che Teofilo accintosi a scrivere un poema latino con qualche speranza di superare Virgilio, e veggendo poscia che sembrava ad alcuni ch’egli appena l’avesse uguagliato, per dispetto gittasse quel suo poema alle fiamme, e si ponesse a scrivere in quest’altra capricciosa maniera, di cui se non fu egli il primo ritrovatore, giunse certamente in essa ad andar di gran lunga innanzi a ogni altro. Ma di un tal fatto non si adduce altra pruova che qualche passo delle sue burlevoli poesie, nelle quali molte cose egli ha scritto da giuoco, ed è più verisimile ciò che afferma il Gravina (Della Ragion poetica, l. 1, § 44)? cioè che il Folengo, il quale col suo ingegno avrebbe potuto comporre un nobile e sublime poema, anzi che rendersi in ciò uguale a molti, volesse superar tutti in un altro genere di poesia. In fatti la leggiadria delle immagini, la varietà de’ racconti, la vivacità delle descrizioni, e qualche tratto di seria ed elegante poesia da lui inserito tra le sue Maccaroniche, ci fanno conoscere quanto felice fosse la disposizione eli’ egli avea sortito al poetare. Le oscenità e i tratti poco religiosi che vi sono sparsi per Merlini Coca/ Poetar. Mantuani Macaronìces Libri xvn non ante impressi. E al line si legge: Explìcit septimus (lecimus. Finis. Vcnetiis in ne dibus Alvxandri Paganini inclito Lauredano Principe Kalen. Jatiua. unxFin. Ma come il nuovo anno in Venezia comincia negli atti pubblici solo a’ n.’i «li marzo , così potrebbe essere avvenuto cbe nella sottoscrizione si seguisse lo stil ven«>to, e che quel i5itt corrispondesse aU’auuo nostro »519.