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2 I LIBRO in Pisa, vivendo ivi tranquillamente in riposo, e godendo i frutti della liberal munificenza del suo principe, e ivi morì a’ 29 di febbraio del 1596, e vi ebbe onorevolissima sepoltura. Tutto ciò con più altre particolari circostanze intorno alla vita dell’Angelio, da me per brevità tralasciate, si può vedere nel già indicato articolo. Ivi ancora si annoverano le opere tutte che di lui ci rimangono, o stampate, o inedite. Fra le prime abbiam le orazioni funebri di Arrigo II re di Francia, e de’ gran duchi Cosimo I e Francesco I, tre opuscoli latini, il primo del modo di leggere gli scrittori della Storia romana, il secondo sugli obelischi, il terzo su’ distruttori degli antichi edificj di Roma; alcune poesie italiane colla traduzione dell’Edipo Tiranno di Sofocle, e alcune lettere latine , alle quali se ne debbono aggiugnere due scritte a Pier Vettori (Cl. Viror. Epist. ad P. Victor. Li, p. 71, 89) e due italiane, una all’Aretino (Lettere all’Aret t 2 , p. 29 6), l’altra a Paolo Manuzio (Manuzio, Lettere, p. 54). Ma ei dovette il suo nome principalmente alle Poesie latine. Oltre i cinque libri di Poesie di diversi argomenti, fra le quali abbiamo alcune elegie in cui l’Angelio imita assai felicemente lo stil di Catullo, bellissimo è il poema sulla Caccia de’ Cani, intitolato Cynegeticon , e diviso in sei libri, in cui con molta facilità e con rara eleganza comprende tutto ciò che a quell’argomento appartiene; poema esaltato allora con somme lodi da’ più dotti uomini di quell’età , e rimirato anche al presente come un de’ migliori che la moderna latina poesia