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TERZO 2135 ebbene il Fracastoro, e che tanto in esse sopra il comun degli uomini si avanzasse. Noi abbiam rammentato altrove le belle Lettere geografiche, cosmografiche e di storia naturale da lui scritte al Ramusio; abbiam mostrato quanto egli superasse gli altri astronomi di quell’età nella cognizione delle stelle; abbiamo osservato qual nuovo sistema cercasse egli d’introdurre nella filosofia; e abbiam accennato con qual diritto abbia ad essere annoverato tra’ medici più valorosi , titolo a lui dovuto anche per l’invenzione del Diascordion, che da lui prima d’ogni altro fu formato e descritto (De Contagio l. 3, c. 7). Di tutte queste scienze scrisse il Fracastoro, ed è difficile il definire se le opere da lui pubblicate sien più pregevoli per f eleganza dello stile, o pe’ nuovi sentieri che in esse ci scuopre. Il dolce e tranquillo riposo in cui comunemente egli visse, gli agevolò il fare sì lieti progressi. Dopo aver passati alcuni anni in Pordenone presso il generale Bartolommeo Alviani, che ivi avea aperta una illustre accademia, altrove da noi mentovata, ritirossi a Verona, e menò gran parte della sua vita sul delizioso colle d’Incaffi, ove or solo, or fra una scelta schiera di amici, a cui il rendevan carissimo le dolci maniere e l’amabile indole di cui era dotato, attese costantemente a coltivare i suoi studj. Fu medico del concilio di Trento, e per consiglio di lui si ordinò la traslazione del concilio medesimo da quella città a Bologna. Finalmente in età di settantun anni finì di vivere sul suo colle <F In caffi agli 8 d’agosto del 1553, e ne fu trasportato il corpo alla chiesa di S. Eufemia